I Cento, la guida pop alla ristorazione romana

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Lunedì pomeriggio, al Radisson Blu Hotel di Roma, nei pressi della Stazione Termini, è stata presentata la nuova guida I Cento, dedicata ai ristoranti e alle trattorie della Capitale. Un mix di locali top e pop – come hanno sottolineato i due curatori Luciana Squadrilli e Federico De Cesare Viola -, per dare uno sguardo aggiornato alle proposte culinarie romane. Una guida originale, e lontana dalle solite voluminose guide ai ristoranti e alla ristorazione, che contempla, come dice il titolo, solo cento locali. Mettendo insieme il top della ristorazione, che va dall’Imago all’Hassler diretto in cucina da Francesco Apreda, che si è classificato al primo posto; al Pagliaccio di Anthony Genovese, alla Pergola di Heinz Beck, a Metamorfosi di Roy Caceres – solo per nominare i primi quattro posti in graduatoria. Tutti chef i cui nomi forse potranno dire poco ai non addetti ai lavori, ma che sono quanto di meglio offre in fatto di alta cucina la Capitale.

Accanto ai picchi di eccellenza, che però in quanto tali sono impegnativi anche sotto il profilo economico e per le tasche dei cittadini, difficile andare sotto i 50 € a persona, bevande escluse, ci sono le trattorie romane, dove è possibile trovare i piatti della tradizione, veraci e non rivisitati a prezzi decisamente più abbordabili. Pizzerie, locali innovativi, taverne bistrot, wine bar dove trovare liste di vini alternativi, dai naturali ai biodinamici e altro. Dove il contatto con i clienti è improntato sempre alla gentilezza e alle buone maniere, ma più informale. Infine, dove le atmosfere non sono elitarie, ma colorate e familiari allo stesso tempo.

Questo accostamento top e pop è uno dei criteri che informa e rende originale la guida I Cento, che alla fine risulta essere un libro agile e tascabile, composto da 122 pagine, con testi accattivanti, colorati, spiritosi, scritti in uno stile giornalistico frizzante e con la verve che in fondo riflette i due curatori della guida e il team di collaboratori. Per ogni pagina si usa la formula dello storytelling per accattivarsi il lettore. E soprattutto i testi non sono troppo lunghi, il che facilita la lettura ma richiede uno sforzo di sintesi. I locali top sono messi in sequenza, numerati da uno a cinquanta, come nelle chart musicali. Per cui di anno in anno ci possono essere degli scostamenti, dei cambiamenti e il rischio – per lo chef o la proprietà – di vedersi escludere il proprio locale, se non mantengono gli standard. Insomma una vera e propria Best Fifty.

Per quanto riguarda i locali pop, la classifica non avviene. Troppo eterogenei e diversi fra loro – a detta di Federico De Cesare Viola -, per poterli accostare. Trattorie, pizzerie, sushi restaurant, cocktail bar con ristorazione, street food e altro ancora non possono essere messi in relazione facilmente. Visto però che il principale criterio di selezione e di attribuzione di valore alla Top Fifty è puramente soggettivo, «abbiamo scelto sulla base di ciò che ci piace senza adottare criteri oggettivi» ha commentato De Cesare Viola, la stessa cosa poteva essere fatta anche per la Pop Fifty. Ad ogni modo, già essere all’interno delle cinquanta caselle disponibili è un riconoscimento. E come detto prima non è detto che l’anno successivo ci sia la riconferma.

Insomma, I Cento, oltre ad essere un riconoscimento a chi esercita questa professione con passione, è una guida che aiuta a districarsi nel panorama ristorativo romano, dove non finiscono mai le nuove aperture e con esse anche le chiusure (o i rinnovi, che spesso tradiscono cambi di proprietà), con l’occhio rivolto al consumatore che ama uscire la sera e fare nuove esperienze, come in fondo piace a tutti noi. Una guida pop nei contenuti, nel modo di presentarli e anche nel prezzo.

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